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( Guido Olimpio) Una settimana tragicamente «mediorientale», tra guerra e speranze, chiusa dall’operazione «Nuovo ordine» per uccidere Hassan Nasrallah.

La diplomazia occidentale si è impegnata con contatti diretti, viaggi di ministri, con in tasca una proposta di tregua di 21 giorni confezionata da Usa e Francia. I mediatori sembravano essere vicini a un risultato e si erano spinti a note di ottimismo cauto. Poi è arrivato il gelo di Netanyahu che ha usato il no dell’estrema destra — e il rischio di una crisi di governo — come schermo. Era anche un modo per guadagnare tempo.

Mercoledì l’intelligence aveva raccolto la prima segnalazione su una possibile riunione di Nasrallah a Dahieh e ha informato il premier con il quale c’è stato un consulto operativo. Bibi ha fatto cortina fumogena sul viaggio all’Assemblea Onu, tra ipotesi di cancellazione e rinvii ma alla fine è partito per New York. Chissà, forse anche il sospettoso Nasrallah ha pensato che la presenza del premier nella Grande Mela potesse rappresentare un varco temporaneo per muoversi con minori rischi. Invece stava per aprirsi una voragine sopra e sotto i suoi piedi. L'articolo prosegue sul sito del Corriere
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