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( Paolo Tomaselli) Walter Sabatini, il ricordo più forte della sua infanzia
«La sensazione di abbandono nella colonia estiva a Marotta, nelle Marche».

Che infanzia ha avuto
«Felice, ma mi porto dietro ancora oggi il senso di colpa per aver rifiutato davanti ai miei amici la merenda che mi offriva mio nonno».

I sensi di colpa la tormentano
«L’immagine che racchiude tutto è quella di Aureliano Buendia in Cent’anni di solitudine, il mio libro preferito: il condannato e gli uomini del plotone d’esecuzione hanno la mia faccia».

Suo figlio Santiago ha un nome sudamericano per la passione per quel continente
«Sì. Gli dico sempre che per essere un uomo libero deve conoscere le cose. Studia scienze politiche, vuole fare il direttore anche lui».

Una persona che ammira extra calcio
«Fausto Bertinotti: sono sempre stato attratto dalla sua competenza, dalla sua cultura ed eleganza. Sono molto attratto anche dagli ebrei, ma con grande rammarico oggi sono costretto a dire che non ho più stima di Israele: Netanyahu si sta comportando come i peggiori nazisti». Leggi l'intervista completa sul Corriere
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