Italia
|
Corriere della Sera
|
Actualités
Information (1/1)
(Maria Giovanna Faiella) In Europa ogni anno si registrano 670mila infezioni di batteri resistenti alle cure che causano 35mila decessi, di cui circa un terzo in Italia. Il nostro Paese detiene il triste primato per numero di morti a causa dell’antibiotico-resistenza (AMR): ben 12mila l’anno. Eppure tra le 135mila e le 210 mila infezioni ospedaliere si potrebbero evitare con maggiori accorgimenti igienici che, se fossero osservati, salverebbero circa duemila vite ogni anno.
Sono i dati diffusi in occasione della giornata europea per la lotta all’antibioticoresistenza , che ricorre il 18 novembre, dall’ECDC- European Centre for Disease Prevention and Control , elaborati per l’Italia da Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco.
E, se non s’interviene per frenare questa tendenza, si stima che nel 2050 l'antibiotico-resistenza (ovvero la resistenza dei batteri all'azione degli antibiotici) provocherà oltre 39 milioni di morti nel mondo e sarà la prima causa di morte anche nel nostro Paese.
In base ai dati del rapporto dell’Ecdc elaborati da Aifa, i morti causati nel nostro Paese da infezioni ospedaliere resistenti agli antimicrobici sarebbero circa 12mila.
Nel biennio 2022-23 430mila ricoverati hanno contratto un’infezione: l’8,2% del totale dei pazienti, rispetto a una media dell'Unione europea del 6,5%. Il nostro Paese è in fondo alla classifica anche per l’uso di antibiotici, che vengono somministrati al 44,7% dei degenti a fronte di una media europea del 33,7%. Ma l’uso così massiccio di antimicrobici fa nascere superbatteri resistenti agli stessi medicinali. L'articolo continua sul sito del Corriere
Vidéo
Publicité
Écrire un commentaire

Publicité