( Cesare Giuzzi) Il mistero è senza soluzione da giorni. E gli indizi, messi in fila, portano su strade sempre più oscure e terribili. In mezzo ci sono storie di ‘ndrangheta che riportano anche a Milano e alla Lombardia. Ai tempi dei sequestri di persona e del rapimento nel 1988 di Cesare Casella, rimasto nelle mani dei suoi sequestratori per più di due anni. Vicende che si intrecciano con quelle delle più importanti famiglie di ‘ndrangheta della Locride e del luogo simbolo della mafia calabrese, il paese di San Luca, sulle pendici d’Aspromonte, culla del «Crimine della ‘ndrangheta». Una storia dal finale non ancora scritto ma che somiglia sempre di più alla trama tetra di una serie tv. Per quello che è stato in passato, per quello che è oggi.
Tutto inizia una settimana fa. Quando a San Luca, in provincia di Reggio Calabria, si sparge la voce che un uomo di 42 anni, padre di quattro figli, non è tornato a casa. Non lo fa da giorni, in realtà. Ha dei precedenti e un cognome importante: si chiama Antonio Strangio, fa parte di una delle famiglie più note della ‘ndrangheta. La storia recente rimanda alla sanguinosa strage di Duisburg e ai sei morti in Germania la notte di Ferragosto del 2007. In realtà il suo ramo familiare non è legato direttamente ai Nirta-Strangio in guerra da anni con i Pelle-Vottari. Lui fa parte degli Strangio «Barbari», legati a doppio filo (per parte di madre) alla altrettanto storica famiglia dei Mammoliti (detti Fischiante) e alle vicende del triangolo dei sequestri: Natile, Platì e San Luca. Cognomi incisi in centinaia di sentenze dei tribunali di mezzo mondo dagli anni Settanta a oggi. L'articolo prosegue sul sito del Corriere
Tutto inizia una settimana fa. Quando a San Luca, in provincia di Reggio Calabria, si sparge la voce che un uomo di 42 anni, padre di quattro figli, non è tornato a casa. Non lo fa da giorni, in realtà. Ha dei precedenti e un cognome importante: si chiama Antonio Strangio, fa parte di una delle famiglie più note della ‘ndrangheta. La storia recente rimanda alla sanguinosa strage di Duisburg e ai sei morti in Germania la notte di Ferragosto del 2007. In realtà il suo ramo familiare non è legato direttamente ai Nirta-Strangio in guerra da anni con i Pelle-Vottari. Lui fa parte degli Strangio «Barbari», legati a doppio filo (per parte di madre) alla altrettanto storica famiglia dei Mammoliti (detti Fischiante) e alle vicende del triangolo dei sequestri: Natile, Platì e San Luca. Cognomi incisi in centinaia di sentenze dei tribunali di mezzo mondo dagli anni Settanta a oggi. L'articolo prosegue sul sito del Corriere